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Disturbi d'ansia

Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (V Edizione), sono catalogati i disturbi d’ansia che differiscono dalla normale paura o ansia evolutive perché sono eccessivi o persistenti (durano tipicamente 6 mesi o più).

Molti disturbi d’ansia si sviluppano in età infantile e tendono a persistere quando non curati. La maggior parte è più comunemente diffusa nella popolazione femminile, con un rapporto di 2:1 rispetto ai maschi. Riportiamo in un breve elenco i disturbi d’ansia categorizzati dal DSM V:

  • Disturbo d’ansia di separazione 
  • Mutismo selettivo
  • Fobia specifica
  • Fobia sociale
  • Disturbo di panico
  • Agorafobia
  • Disturbo d'ansia generalizzata

 

 

I disturbi d’ansia classificati nel DSM-V sono:

Disturbo d’ansia da separazione

 

Il disturbo d'ansia da separazione (SAD, Separation Anxiety Disorder) è una condizione psicologica in cui la persona affetta mostra un'ansia eccessiva al momento di lasciare la propria casa o di separarsi da persone a cui è particolarmente attaccata (ad esempio genitori, parenti, educatori).

Questo disturbo può avere notevoli conseguenze negative nella vita di tutti i giorni, negli ambiti sociale, emotivo, familiare, fisico e nel contesto accademico e scolare. Per essere diagnosticato come ansia da separazione, il disturbo deve persistere per almeno quattro settimane ed essere presente prima del compimento dei diciott'anni di età.

 

Fobia Specifica

 

Una fobia specifica, chiamata anche fobia semplice, è un termine generico per qualsiasi tipo di disturbo caratterizzato da una irrazionale e fortissima risposta di paura in coincidenza con l'esposizione a specifici oggetti o situazioni, nonché una tendenza ad evitare ostinatamente e sistematicamente gli oggetti o le situazioni temute. Quindi, la fobia semplice o specifica comprende sia la reazione di paura in presenza (o nell'attesa) di particolari oggetti e situazioni, sia un comportamento di evitamento del contatto diretto con gli oggetti o le situazioni stesse.

Il soggetto che ne soffre talvolta non è in grado di rappresentarsi e immaginare le situazioni o le cose temute se non per pochi attimi e può temere anche di nominarle. La paura può essere attivata sia dalla presenza che da tracce che anticipano la presenza dell'oggetto o della situazione che crea disagio.

Tuttavia, gli adulti in generale sono in grado di riconoscere che tali reazioni non hanno una base ragionevole, pur non essendo in grado di controllarla.

 

Disturbo d’ansia sociale

 

La fobia sociale, detta anche sociofobia o disturbo di ansia sociale, è la  paura intensa e pervasiva di trovarsi in una particolare situazione sociale, o di eseguire un tipo di prestazione, che non siano, a chi ne è affetto, familiari e da cui possa derivare la possibilità di subire un giudizio altrui.[1]

Si tratta di un particolare stato ansioso nel quale il contatto con gli altri è segnato dalla paura di essere malgiudicati e dalla paura di comportarsi in maniera imbarazzante ed umiliante. La fobia spinge il soggetto ad evitare situazioni spiacevoli, aumenta il disagio nel caso debba affrontarle.

 

Disturbo di panico

 

Gli attacchi di panico o disturbo da panico, classificati ed inseriti come "panic attacks" o "panic disorder" nel DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), sono una classe di disturbi d'ansia caratterizzati da intensi stati di ansia accompagnati da altri sintomi psicologici e somatoformi.

Rappresentano uno dei più comuni disturbi psichiatrici e costituiscono un fenomeno sintomatologico complesso e piuttosto diffuso (si calcola che 10 milioni di italiani abbiano subito uno o più attacchi di panico).

Il disturbo di solito esordisce nella tarda adolescenza o nella prima età adulta ed ha un'incidenza due a tre volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini.

Non è infrequente che tale disturbo non venga riconosciuto dal paziente e di conseguenza non venga trattato. La terapia è sia di tipo psicologico che, nei casi più gravi, di tipo farmacologico a base di ansiolitici sedativi e non. La maggior parte delle persone guarisce mentre una minoranza sviluppa invece un disturbo da recidiva di attacchi di panico.

 

Agorafobia

 

L'agorafobia (dal greco αγορά : piazza e φοβία : paura, etimologicamente "paura della piazza") è la sensazione di paura o grave disagio che un soggetto prova quando si ritrova in ambienti non familiari o comunque in ampi spazi all'aperto, temendo di non riuscire a controllare la situazione. Questo lo porta a sentire il bisogno di una via di fuga immediata verso un luogo da lui reputato più sicuro.

 

Disturbo d’ansia generalizzato

 

Il disturbo d'ansia generalizzato, detto anche DAG o GAD (dall'inglese "General Anxiety Disorder"), è una forma clinica dei disturbi d'ansia. Si caratterizza per ansia e preoccupazione (attesa apprensiva) eccessive, che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, relative a una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche)

È un problema che interessa prevalentemente le donne (1,5:1) ed è stata stimata una prevalenza nel 5% della popolazione. Tale dusturbo molto spesso viene sottovalutato, non solo dai pazienti, ma anche dai medici. Solo un terzo di chi ne soffre, tuttavia, si rivolge ad uno specialista della salute mentale, in quanto i sintomi fisici dell’ansia spesso portano i pazienti a rivolgersi ad altre figure professionali (es. medico di base, internista, cardiologo, pneumologo, gastroenterologo).

Come implica il nome, l'ansia che caratterizza il disturbo non è concentrata o elicitata da un particolare oggetto o situazione (ovvero, è aspecifica). Nel commentare le sue difficoltà il paziente è di solito assai preciso e appropriato nel riconoscere per primo la discrepanza tra dimensione reale delle difficoltà da affrontare e quota d'ansia che queste evocano, ma non riesce a fare a meno di preoccuparsi. Il disturbo è cronico: di solito si presenta in età infantile, tanto che il paziente riferisce di essere ansioso "da sempre".

I sintomi caratteristici sono quelli degli stati d'allarme, contraddistinti da una condizione psichica di generale attesa apprensiva, e da numerosi segni e sintomi fisici di attivazione vegetativa (hyperarousal): si può presentare emicraniapalpitazionivertigini e insonnia, difficoltà a concentrarsi, tensione muscolare, irrequietezza. Oltre a questi sintomi, prettamente "fisici" se ne accompagnano di cognitivi quali ad esempio: sensazione di testa vuota, derealizzazione e depersonalizzazione.

Possono esservi associati disturbi del sonno, come interruzioni o risvegli precoci; a volte i soggetti affetti si svegliano a metà della notte e rimangono in uno stato di tensione, riuscendo con difficoltà a riprendere il sonno.

 

Disturbo d’ansia da condizione medica

 

La caratteristica del Disturbo d’Ansia Dovuto ad una Condizione Medica Generale è un’ansia clinicamente significativa che si ritiene dovuta agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica generale, cioè di una malattia non psichiatrica. 
I sintomi possono prendere la forma di un’Ansia Generalizzata, di Attacchi di Panico oppure Ossessioni o Compulsioni. 
E’ essenziale che ci sia un esame obbiettivo di dati di laboratorio che il disturbo è la conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale. 
I sintomi di ansia devono causare disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti della vita. Le malattie che possono causare questa forma d’ansia sono:
-  Cardiovascolari: scompenso cardiaco, embolia polmonare, aritmia
- Endocrine: ipertiroidismo e ipotiroidismo, feocromocitoma, ipoglicemia,        ipercorticosurrenalismo, Morbo di Conn.

  • Respiratorie: malattie polmonari ostruttive croniche, polmonite, asma, enfisema,  iperventilazione
  • Metaboliche: deficienza di vitamina B12, porfiria 
  • Neurologiche: neoplasie, disfunzioni vestibolari, encefalite, epilessia. 

 

L’ansia inoltre è presente anche in numerose altre patologie come per esempio negli stati depressivi e nei disturbi di tipo ossessivo e anche nelle sindromi da stress post traumatico.

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